Sofia Abad (Talk With Me): ‘Il Potere del Linguaggio nei Reticoli del Sexting e del Revenge Porn’

Alla luce di quanto discusso il 3 Aprile presso la Camera dei Deputati, in occasione del convegno “Interveniamo nella cura della società – Educazione all’affettività, consapevolezza al Sexting – Contrasto al Revenge Porn” rilascio mie riflessioni di taglio sociolinguista.

Il sexting e il Revenge Porn sono fenomeni che hanno suscitato crescente preoccupazione in Italia e in tutto il mondo. Il sexting si riferisce all’invio di messaggi, immagini o video sessuali tramite dispositivi digitali, mentre il Revenge Porn è la diffusione non consensuale di materiale sessualmente esplicito di un individuo, solitamente da parte di un ex partner, con l’intento di umiliarlo o danneggiarlo.

Da un punto di vista sociolinguistico, il linguaggio utilizzato in questi contesti può essere manipolativo e coercitivo. Ad esempio, nel sexting, si possono usare frasi o parole che inducono la vittima a inviare materiale sessuale contro la propria volontà. Nel Revenge Porn, il linguaggio utilizzato per diffondere le immagini può essere diffamatorio e dannoso per l’identità della vittima.

Il linguaggio della rete può anche amplificare la violenza di genere in quanto i messaggi, le immagini e i video possono essere diffusi rapidamente e a una vasta audience, causando danni irreparabili all’immagine e alla reputazione delle vittime. Inoltre, l’anonimato e la distanza fisica forniti dalla rete possono incoraggiare comportamenti aggressivi e misogini.

A livello psicologico, le vittime di sexting e Revenge Porn possono sperimentare gravi conseguenze emotive, tra cui vergogna, ansia, depressione e persino pensieri suicidi. La diffusione non consensuale di materiale sessuale può anche portare a una perdita di fiducia nelle relazioni e nell’uso della tecnologia.

Si è visto, durante il convegno, quanto sia fondamentale affrontare questi problemi attraverso l’educazione sul consenso, la promozione della consapevolezza dei rischi legati all’invio di materiale sessuale tramite dispositivi digitali e l’adozione di leggi e politiche che non solo puniscano i perpetratori di sexting e Revenge Porn, ma che proteggano in maniera pragmatica le vittime di tali azioni.

Sin da quando ero bambina, ho sempre creduto che la parola porta con sé un potere pesante, essa può stravolgere un pensiero, trasformarlo in azione e quest’ultima a sua volta produce un meccanismo di reazione. La reazione diventa ripetitiva se a sostenerla vi è un’intera società a riprodurla. Nel 2017 ho creato il programma Talk With Me con l’intento di dare il giusto valore alle parole, di avere i codici giusti per decodificare i significati contemporanei strumentalizzati e di dare spazio al racconto veritiero, puro e genuino senza avere timore che le proprie parole e il proprio racconto venga strumentalizzato per fini mediatici, politici, di marketing ecc.

La parola, se caricata di significati nocivi, ha un potere distruttivo sulla persona e sull’identità affermata. Posso farne tanti di esempi, basti pensare alle conseguenze del razzismo, dell’islamofobia, della violenza di genere e delle innumerevoli discriminazioni presenti nelle società di oggi.

Rifletto su quanto l’aspetto del linguaggio gioca un ruolo significativo nell’influenzare le dinamiche di potere e controllo anche nei contesti di sexting e Revenge Porn. Il linguaggio utilizzato può essere manipolativo e coercitivo, inducendo le vittime a compiere azioni contro la propria volontà o a subire danni emotivi e psicologici. Nel contesto del sexting, ad esempio, l’uso di linguaggio persuasivo o pressante può costringere la vittima a inviare materiale sessuale anche se non è consenziente.

Frasi come “Se mi ami, lo farai” o “Sei così sexy, voglio vedere di più” possono essere utilizzate per esercitare pressioni sulla vittima. Nel Revenge Porn, il linguaggio utilizzato per diffondere le immagini o i video può essere diffamatorio e dannoso per l’identità della vittima. Commenti denigratori o minacce possono essere aggiunti al materiale sessuale per umiliare ulteriormente la vittima e danneggiarne la reputazione. Inoltre, il linguaggio della rete può amplificare l’impatto delle azioni dannose, poiché i messaggi, le immagini e i video possono essere diffusi rapidamente e a una vasta audience, aumentando il senso di vergogna e isolamento delle vittime.

Pertanto, è importante riconoscere il potere del linguaggio in questi contesti e promuovere un linguaggio rispettoso e consensuale nelle interazioni online. Lavorare sull’ educazione del linguaggio e sulla nozione di decodificazione di un messaggio persuasivo e strumentalizzato.

Ho stilato alcuni punti con l’intento di aprire uno sguardo verso una prospettiva aggiuntiva ed inglobare anche l’aspetto sociolinguistico al lavoro attuale avviato:

Manipolazione e coercizione: Il linguaggio utilizzato nel sexting spesso mira a manipolare o costringere la vittima a inviare materiale sessuale. Questo può includere l’uso di frasi persuasive, ricatti emotivi o minacce per ottenere ciò che il mittente desidera. Il linguaggio coercitivo può influenzare la capacità della vittima di esprimere il proprio consenso in modo libero e consapevole.

Danneggiamento dell’immagine: Nel Revenge Porn, il linguaggio associato alle immagini o ai video sessualmente espliciti può amplificare l’impatto dannoso sulle vittime. Commenti denigratori, insulti o minacce aggiunti al materiale possono aggravare il trauma emotivo e danneggiare la reputazione e l’identità della vittima.

Diffusione virale: Il linguaggio utilizzato per condividere contenuti di Revenge Porn può contribuire alla rapida diffusione e alla viralità del materiale dannoso. Le descrizioni sensazionalistiche o i commenti incendiari possono aumentare l’interesse e l’engagement degli utenti, portando a una maggiore diffusione del materiale e causando danni più estesi alla vittima.

Impatto psicologico: Il linguaggio coercitivo, denigratorio o minaccioso nei messaggi di sexting o associato ai contenuti di Revenge Porn può avere gravi conseguenze psicologiche sulle vittime. Questo tipo di linguaggio può alimentare sentimenti di vergogna, colpa, ansia, depressione e persino pensieri suicidi nelle persone coinvolte.

In conclusione, il linguaggio svolge un ruolo cruciale nei contesti di sexting e Revenge Porn, influenzando le dinamiche di potere, il danneggiamento dell’immagine e l’impatto psicologico sulle vittime. È essenziale promuovere un linguaggio rispettoso e consensuale nelle interazioni online e adottare misure per proteggere le vittime e contrastare l’abuso e la violenza digitale.

Spero che con la mia umile riflessione di carattere linguistico possa aver dato una dimostrazione in più di quanto, effettivamente, vi è ancora tanto lavoro da svolgere su questo fronte. Consapevolezza, chiarezza, azione protezione devono essere parte costante del progetto di ricerca contro il sexting, il Revenge Porn e altri crimini digitali.