La Donna è Sentimentale, Concreta ed Avanguardista

Donne imprenditrici, donne medico, donne di cultura, donne custodi del focolare domestico. Donne protagoniste della comunità-società.

Il mondo è pieno di donne che si distinguono per meriti socio-culturali e produttivi-economici.

Le donne sono anche vittime di violenze ed abusi, ma tante sono le violenze che vengono tenute silenziose dalle stesse donne perché credono di poter cambiar i loro uomini. Gli uomini non cambiano e, non saremo noi, donne a farli cambiare.

Le donne sono sentimentali e concrete. Come se fossero un manifesto avanguardista del passato. Il progresso è strettamente connesso all’evolversi del protagonismo femminile.

La donna è conflitto.

Nel corso del tempo è avvenuta una lotta ideologica non indifferente se considerare la donna, un essere inferiore o, meno. Non esistono discrepanze nel funzionamento tra il cervello maschile ed il cervello femminile, pur sottolineando differenze a livello di incidenza delle malattie. Per quasi tutto il XX secolo la maggior parte degli scienziati riteneva che le donne fossero “uomini più piccoli”.

Questo presupposto era alla base dei maggiori fraintendimenti scientifici e psicologici.
Le donne sono sempre state brave a gestire  famiglia e affari.

Già nell’età della pietra stavano dentro le caverne e badavano ai cuccioli, prendendosene cura e sfamandoli.

Nelle civiltà arcaiche il matriarcato era potentissimo: la donna era regina della famiglia e della comunità. Tutta l’economia della casa era nelle sue mani.

Nell’Antica Roma, le mogli degli imperatori facevano la vera politica tessendone le trame nell’ombra. Le donne erano potenti e libere.

Tutto cambia nel Medioevo, quando l’essere femminile viene percepito in due differenti modalità: angelico e spirituale, oppure, stregonesco e maligno.

Nel Seicento, la paura della forza al femminile si trasforma in persecuzione; erano considerate esperte nell’arte della stregoneria, quelle donne che decidevano di “ribellarsi” al volere maschile e alle regole imposte dalla società. Tutte le altre andavano in sposa o entravano in convento.

Il Settecento vede le donne ancora racchiuse tra le mura domestiche o nelle corti a tessere trame e a cercare di “accasarsi” al meglio. Poche le occasioni di entrare in società con un ruolo diverso da quello di future spose e madri.

Arriva l’Ottocento e, la donna torna alla ribalta. La sua forza lavoro, ricomincia ad avere un importante peso sociale in piena società industriale, soprattutto dal punto di vista economico e produttivo.

Il Novecento è il secolo delle suffragette, del grande movimento femminista, delle conquiste dei diritti civili, dall’uguaglianza al voto alla possibilità di accedere a tutte le professioni di esclusiva pertinenza degli uomini.

La donna della seconda metà del ‘900 conquista la sua libertà e la sua indipendenza economica, giuridica, politica, sessuale.

Sono ancora numerose le conquiste che l’universo femminile deve intraprendere, e noi di METE, ci adoperiamo attivamente, acciocché, la donna sia tutelata nella espressione della propria dignità umana.