Comunicare Bene e Disseminare Cultura per Decostruire l’Islamofobia

La comunicazione é un elemento fondamentale per deostruire qualsiasi forma di discriminazione. Per capire meglio quanto sia importante comunicare in maniera chiara e reale, dobbiamo, pero, iniziare ad analizzare il significato di Comunicazione: La comunicazione é una trasmissione di informazioni mediante

messaggi da un emittente ad un ricevente, uno scambio di informazioni fatto di segni (verbali, gestuali, scritturali).

Tutto il sistema sociale, umano in maniera più ristretta, si regge su un sostrato molto forte legato alla PAROLA. Lo vediamo nelle Sacre Scritture ( Profeti, Santi i quali portano la parola di Dio sottoforma di messaggio e lo fanno COMUNICANDO, avvieni qui una molteplice comunicazione : comunicazione diretta, indiretta, con Allah swt, tramite l’Arcangelo Gabriele, con il popolo) oppure basti pensare a quanto sia importante la comunicazione nei primi anni di vita di un neonato, dove naturalmente cerca di comunicare, in primis attraverso manifestazioni corporali( come il pianto, le urla, il lamento) successivamente attraverso la forma verbale. Ci sarebbero veramente tanti esempi che potremmo fare, proprio perché la comunicazione é parte integrante dell’attività umana all’interno di un sistema di collettività e di comunità.

Come ho già detto la comunicazione é la base di tutto, attraverso essa riusciamo a trasmettere tutto quello che la mente e il cervello può elaborare attraverso l’intelletto umano possiamo recepire e diffondere elementi importanti che definiscono sistemi culturali, politici, sociali. La comunicazione porta con se due fattori che é bene distinguere:

Perché é importante iniziare a considerare l’importanza della comunicazione?

– Fattore esterno = parole caratterizzate da un nucleo di suoni che fuoriescono dall’apparato fonetico umano.

– Fattore interno = il significato che ogni parola porta.

Spesso, non ci soffermiamo su quanto é importante andare ad indagare sui significati delle parole. Come ogni cosa, anche i significati delle parole, con le esperienze sociali, culturali, religiose si muovono in una dimensione spazio-temporale, cosi come si muovono le persone e, possono modificare il senso e il significato in base a come l’essere umano lo percepisce:

Esempio: la parola Assassino in italiano

In linguistica questo meccanismo viene anche definito come PRESTITO LINGUISTICO. Cosa vuol dire? Un termine (significante con un determinato significato originario, viene preso e adattato ad una nuova esperienza linguistica, ovvero ad una nuova lingua , con altrettanto bagaglio linguistico, culturale, tradizionale ed entra in una nuova dimensione con un significato diverso da quello primitivo perché c’é stato un meccanismo di interiorizzazione della parola in maniera soggettiva, influenzata da una percezione umana personale e collettiva di quella parola).

Di esempi di questo genere ve ne sono tantissimi. Questo meccanismo, storicamente ha creato realtà linguistiche meravigliose e ogni singola lingua ha subito modifiche e ha ottenuto sostrati che riprendono altre lingue proprio grazie agli spostamenti dell’uomo e ai contatti che ne derivano.

Da questa considerazione possiamo sicuramente estrarre molto materiale di studio, ma oggi ci concentreremo sulla parte un po’ più “negativa” della tematica.

La comunicazione ha un grande potere sulle persone, LA COMUNICAZIONE VERBALE ARRIVA SEMPRE PRIMA DI UNA LEGGE SCRITTA!

La comunicazione ha un grande potere dinamico, ossia quello di stravolgere in maniera positiva o di plagiare in maniera negativa la filosofia umana.

Alla luce di cio, vorrei allacciarmi a quanto sia importante focalizzarci sul potere del messaggio e sul significato che una certa comunicazione vuole trasmettere.

In quanto linguista e studiosa del linguaggio, tendo sempre a vedere tutto con un taglio linguistico e, durante i miei anni di studi e di ricerche, sono arrivata ad una conclusione: la comunicazione e l’informazione che ne deriva, sono i primi responsabili di manifestazioni di discriminazione e di islamofobia in questo caso.

Facciamo un esempio molto pratico, rapportato ad una esperienza di islamofobia: Se io comunico alla massa che Islam é sinonimo di terrorismo, é ovvio che le persone interiorizzeranno il significato sbagliato della parola e accosteranno a quest’ultima valori negativi che, effettivamente, non c’entrano nulla con il significato originale della parola stessa.

Cosa significa realmente ISLAM? Sappiamo che deriva da una radice trilatera S L M con un significato preciso che tradurremmo in italiano come PACE. Ovvio, che pace non é un sinonimo di terrorismo e si crea qui un OSSIMORO (ovvero un significato opposto all’altro). La persona, ignara del significato reale ed originale, si convincerà che quelle due parole sono una complementare all’altra e resteranno nella sua mente come portatrici di un unico significato tutto impregnato di negatività.

Questo processo poi viene ripetuto con altre parole fino a creare un sistema di informazione CULTURALE e PERMANENTE. Questa é una delle forme di plagio, a mio avviso, più pericolose che l’essere umano possa vivere.

Perché la comunicazione é:

Mutabile e non Statica (la lingua é sempre in stato di mutazione perché le persone che la utilizzano mutano e le società mutano a loro volta)

Non Percepibile ( quanti di voi si soffermano a pensare che l’uso di terminologie sbagliate sono come dei proiettili capaci di ledere in maniera fatale i valori umani?)

Camuffabile ( pensate ai giri di parole ad esempio, l’essere umano ha la capacità di utilizzare un linguaggio usuale e standard anche per definire questioni che non sono chiaramente percepibili ) – ti dico una cosa per definire un’altra. Potere mediatico e rischi che comporta una informazione errata.

Il poter dei mezzi di comunicazione di massa risiede nella capacità di modellare una determinata realtà sociale.

Bisognerebbe lavorare sicuramente su due fronti:

1) indagare quali siano le specifiche modalità di fare informazione i quali influenzano e danno vita al pregiudizio;

2) indagare su quali sono i processi psico-sociali attraverso cui i media agiscono per plasmare atteggiamenti e visioni verso un determinato gruppo sociale minoritario;

3) Esempi concreti di informazioni mediatici che danno vita a stereotipi. I media hanno questo ruolo decisivo nel creare certi stereotipi e divisioni e vi propongo alcuni esempi concreti:

CRONACA NERA: 1) cittadino musulmano, sua origine e quasi sempre é l’Islam che lo ha spinto a compiere atti gravi; 2) cittadino italiano, identità con nome e cognome, e gli viene attribuito una patologia mentale, o disturbi di alcolismo e droga;

CRONACA DI TERRORISMO ISLAMICO: Già associare queste due parole é di per se molto grave, perché stai trasformando una informazione letale, ovvero che si é terroristi perché si é musulmani o si decida di seguire i dettami di Dio. Gli eventi terroristici sono presenti in tutto il mondo, e non riguarda solo la sfera islamica, come mai qualsiasi atto terroristico é solo islamico, e quando non si tratta di un personaggio di origine araba, si delega il suo atto alla sua salute mentale?

Ogni volta che vi é un’informazione di terrorismo islamico, cosa succede, lo si interiorizza, si fomenta l’odio e i musulmani sono doppiamente vittime (pensate a quante donne che indossano il hijab sono state uccise all’indomani dell’atto terroristico come risposta alla violenza), ebbene il linguaggio diventa qui parte fondamentale e se vogliamo un mondo pacifico la soluzione é proprio nelle nostre mani: essere chiari e trasparenti, soprattutto nella comunicazione.

4) Come mai vengono chiamati i musulmani e le musulmane solo per dissociarsi da un islam violento, maschilista e terrorista? Un musulmano o una musulmana, poiché parte integrante della cittadinanza, non devono essere chiamati solo per parlare di cio, ma é giusto che anche la TV vi sia uno specchio della realtà sociale italiana, spero un giorno di poter trovare volti diversi, giornaliste con jihab, con carnagione più scura, pubblicità dediti al multiculturalismo e spazi genuini dove si fa informazione chiara e si rispetta l’identità di ogni singola persona.

A tal proposito nel 2017, ho ideato uno spazio alternativo chiamato TALKWITHME, dove i protagonisti parlano di sé con semplicità e chiarezza e dimostrano come le informazioni sincere siano le più vincenti e noi, ora più che mai, abbiamo bisogno di spazi del genere.

Questa mia esposizione vuole essere solo un approccio iniziale ad un argomento di fondamentale importanza e che debba interessare tutti, specialmente noi musulmani, perché non é giusto che bisogna subire tutta questa informazione strumentalizzata nei confronti di qualcosa in cui noi crediamo, e che fa parte della nostra identità.

Il ruolo del musulmano in merito a questa condizione.

Perché se, da una parte vi é questo atteggiamento negativo, ovvero di diffusione della negatività e di plasmare giudizi, quindi state pur certi che tutto il nostro attivismo e lo sforzo di dire “non é cosi come lo descrivono gli altri…” COSTA PIÙ FATICA.

É come dire, stai proseguendo su una strada piena di pietre e mentre sei concentrato ad asfaltare il tuo cammino vi é uno dietro di te a rigettare le pietre. Ovviamente sarà uno sforzo anche per chi é dietro di noi e sta decidendo di proseguire nella stessa direzione. Con questo non voglio dire che non ha senso ed é sprecato quello che facciamo, altrimenti sarei non in linea con i miei obiettivi, ma é solo per dirvi che é molto faticoso.

Ma come tutte le cose faticose alla fine sono molto gratificanti.

Cosa potremmo noi musulmani fare per cambiare questo atteggiamento? Innanzitutto essere consapevoli di questa tematica, già il fatto che noi siamo qui a parlarne é importante, é anche vero che se ci viene proposto di andare in Tv per dissociarci dall’Islam terrorista bisogna un attimo rifletterci. Piuttosto essere in Tv e parlare di tematiche che più competono e lasciare i discorsi di diritto, di sharia e di fiqh alle persone di competenza e parlare della propria esperienza di vita in merito alla fede, o non, in base a programmi televisivi e ai loro format.