Sono passati 28 anni.
Eppure, se chiudo gli occhi, bastano 28 secondi per rivederli tutti.
28 secondi per attraversare il tempo e tornare a quel giorno in cui ho lasciato il mio paese.
Un cuore pieno di speranza, una valigia forse leggera, ma un’anima carica di sogni, paure e coraggio.
Ho lasciato la mia terra, la mia lingua, gli odori familiari, gli abbracci di mia madre, le risate dei miei fratelli, il profumo del tè al tramonto, i tappeti stesi sul terrazzo…
Ho lasciato tutto, ma non ho dimenticato nulla.
In Italia ho trovato una nuova vita.
Non è stato facile.
Ci sono stati giorni in cui il silenzio faceva rumore, in cui la nostalgia graffiava la pelle, in cui mi sentivo sospesa, straniera ovunque, perfino dentro me stessa.
Ma nonostante tutto, ce l’ho fatta.
Ho costruito una casa e una famiglia.
Ho raccolto sorrisi, cadute, rinascite.
Ho abbracciato nuove persone, nuove lotte, nuovi sogni.
Ho visto la mia passione diventare realtà. Ho vissuto.
28 anni non sono pochi.
Ma in fondo, sono solo un battito.
E in quel battito c’è tutta la mia vita: l’Iran che mi scorre nelle vene, l’Italia che mi ha insegnato a volare, il dolore che mi ha temprata, l’amore che mi tiene viva.
E oggi, dopo tutto questo tempo, posso dirlo con forza e con dolcezza:
sono fiera del mio cammino.
Sono figlia di due mondi.
E in entrambi, ho imparato ad amare.