Nella giornata del 7 marzo 2025, il Governo compie un altro passo avanti nell’azione di sistema per contrastare la violenza nei confronti delle donne e per tutelare le vittime.
Il Consiglio dei Ministri ha varato un disegno di legge estremamente significativo, che introduce nel nostro Ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn.
In base al testo, «chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna» o «per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità è punito con l’ergastolo». Al di fuori di tali casi, si legge ancora, «si applica l’articolo 575» del codice penale.
Arrivano poi aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali («da un terzo alla metà»), di stalking, di violenza sessuale e di revenge porn.
Circostanze aggravanti sono previste anche in relazione a casi di lesioni personali gravi, di pratiche di mutilazioni degli organi genitali femminili, di lesioni permanenti al viso, di omicidio preterintenzionale, di interruzione di gravidanza non consensuale e di violenza sessuale. Inoltre, il testo prevede una serie di misure “a latere”.
Ad esempio, nei casi da “codice rosso” (previsti dalla normativa del 2019 per contrastare la violenza di genere e quella domestica), l’audizione della persona offesa non sarà più delegabile alla polizia giudiziaria, ma sarà «obbligatoria» per il pm, cosa che – osserva il ministro Nordio – «responsabilizza di più la magistratura», che avrà inoltre l’obbligo di partecipare a corsi formativi in materia (riservati a toghe che potrebbero entrare in contatto con le vittime).